Caldaie a gas e case green: divieti, stop agli incentivi, regole e novità

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La pubblicazione, avvenuta il 28 novembre 2025, della nuova bozza del regolamento Ecodesign arriva in un quadro normativo già profondamente influenzato dalla Direttiva Case Green. Quest’ultima, infatti, ha segnato un punto di svolta introducendo, a partire dal 2025, l’interruzione degli incentivi destinati all’installazione di caldaie a gas.
In questo scenario complesso, è fondamentale comprendere quali cambiamenti siano già in vigore e quali invece entreranno a breve. Analizziamo quindi la situazione per fare chiarezza su obblighi, divieti e prospettive per il settore del riscaldamento.

 

Regolamento Ecodesign: Bruxelles rivede la proposta di stop alle caldaie dal 2029

Negli ultimi mesi la Commissione Europea ha rivisto in modo significativo la propria posizione riguardo al possibile stop anticipato alle caldaie a gas dal 2029. Una scelta che corregge la precedente impostazione contenuta nelle prime bozze del regolamento Ecodesign.

Il 28 novembre 2025 l’Unione Europea ha infatti diffuso una revisione dei documenti relativi ai regolamenti Ecodesign ed Ecolabeling, riguardanti i generatori di calore destinati al riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria.
Rispetto alle versioni preliminari, è stato eliminato il passaggio che prevedeva l’obbligo, dal 2029, di raggiungere un’efficienza minima superiore al 115%, soglia che avrebbe escluso dal mercato tutte le caldaie a condensazione “stand-alone”. Non si trattava di un divieto esplicito, ma di un requisito di rendimento tale da renderne di fatto impossibile la commercializzazione.

Nel testo aggiornato, invece, i limiti di efficienza vengono riportati a valori coerenti con le tecnologie oggi sul mercato italiano e nei paesi dell' UE , consentendo pertanto la continuità della loro immissione.

Tuttavia il regolamento non è ancora definitivo: si è ora aperta una fase di inchiesta pubblica, destinata a protrarsi per alcuni mesi. La pubblicazione finale è prevista entro la fine del 2026, dopo un ulteriore passaggio politico della Commissione Europea, mentre la piena entrata in vigore non avverrà prima del 2029.

La scelta di Bruxelles riflette la volontà di tenere conto delle complessità tecniche ed economiche del processo di transizione energetica, nonché delle differenze tra i vari patrimoni edilizi nazionali. Si tratta di un segnale di maggiore flessibilità, finalizzato a favorire una trasformazione graduale che non comporti costi eccessivi per famiglie e imprese.

È importante ricordare che ad oggi non esiste alcun divieto alla vendita delle caldaie a gas, mentre un riferimento a un futuro stop è presente soltanto nella direttiva europea “Case Green” 2024/1275, pubblicata nella primavera 2024 e non ancora recepita in Italia (la scadenza è fissata a maggio 2026).
Secondo la direttiva, il divieto di immissione sul mercato scatterebbe non prima del 2040, una data decisamente più lontana rispetto al 2029 inizialmente associato al regolamento Ecodesign, e coerente con l’obiettivo di decarbonizzazione completa degli edifici entro il 2050.

Che cos’è il regolamento Ecodesign e cosa prevede

Il regolamento Ecodesign è un insieme di norme elaborate dalla Commissione Europea che definisce i requisiti minimi necessari affinché i generatori di calore, come caldaie, pompe di calore, sistemi ibridi, bollitori, cogeneratori e altri apparecchi destinati al riscaldamento o alla produzione di acqua calda sanitaria, possano essere immessi sul mercato europeo.

Il quadro normativo attualmente in vigore è costituito dai regolamenti 813/2013 (per i generatori di calore destinati al riscaldamento ambiente) e 814/2013 (per gli apparecchi dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria), pubblicati nel 2013. È proprio questo impianto normativo che la nuova bozza Ecodesign mira ad aggiornare.

I requisiti tecnici previsti da Ecodesign

Il regolamento stabilisce una serie di prestazioni minime obbligatorie, diverse in base al tipo di tecnologia. Tra i parametri più rilevanti figurano:

  • Efficienza stagionale in modalità riscaldamento invernale, per valutare il rendimento reale dei generatori.

  • Efficienza stagionale in modalità estiva per le macchine reversibili, come le pompe di calore.

  • Rendimento stagionale nella produzione di acqua calda sanitaria, parametro essenziale per bollitori, caldaie combinate e sistemi ibridi.

  • Perdite termiche dei serbatoi di accumulo, che incidono sui consumi globali del sistema.

  • Livelli di rumorosità, un aspetto particolarmente rilevante soprattutto per pompe di calore e unità esterne.

  • Emissioni in atmosfera, riferite soprattutto alle caldaie alimentate a combustione.

Gli attuali regolamenti Ecodesign si applicano ai prodotti con potenza inferiore a 400 kW, coprendo quindi la quasi totalità delle apparecchiature domestiche e di piccole-medie dimensioni.

Che cosa stabilisce il regolamento Ecolabeling

Accanto all’Ecodesign opera il regolamento Ecolabeling, che definisce i criteri dell’etichetta energetica. Analogamente a quanto avviene per gli elettrodomestici, l’etichetta fornisce al consumatore informazioni immediate e facilmente comparabili, come:

  • Classe di efficienza energetica, utile per interpretare i consumi complessivi.

  • Livello di rumorosità, espresso in decibel.

  • Potenza nominale, che permette di identificare la capacità operativa dell’apparecchio.

Questi elementi rappresentano uno strumento fondamentale per orientare in modo consapevole la scelta del consumatore e garantire trasparenza nel mercato dei generatori di calore.

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Direttiva Case Green (EPBD IV): cosa prevede realmente

Come anticipato, l’unico riferimento normativo europeo che introduce un phase-out totale delle caldaie a gas è contenuto nella Direttiva Case Green n. 2024/1275, nota anche come EPBD IV – Energy Performance of Buildings Directive, pubblicata in via definitiva dalla Commissione Europea nel maggio 2024.

L’iter legislativo è stato lungo e complesso: il testo ha subito numerose modifiche rispetto alla proposta iniziale, per allinearsi agli obiettivi dell’Unione Europea su efficienza energetica, riduzione delle emissioni e al quadro delineato dal piano REPowerEU, che accelera il percorso di uscita dai combustibili fossili.

Gli obiettivi principali della direttiva EPBD IV

La nuova normativa definisce la strategia europea per arrivare alla decarbonizzazione totale del patrimonio edilizio entro il 2050. Rispetto alle prime versioni, la direttiva approvata è risultata più flessibile e progressiva, pur mantenendo obiettivi molto chiari.

Tra i punti chiave:

  • Riduzione dei consumi energetici del settore residenziale del 16% entro il 2030 e del 20–22% entro il 2035, rispetto ai consumi del 2020.

  • Priorità agli edifici più energivori, che dovranno contribuire per almeno il 55% del risparmio complessivo.

  • Promozione di sistemi di riscaldamento più sostenibili, in particolare pompe di calore e tecnologie ibride.

  • Piani nazionali flessibili: ogni Stato membro può decidere quali tipologie di edifici coinvolgere, purché rispetti i target europei.

Caldaie a gas: stop ai bonus dal 2025 e phase-out al 2040

Per quanto riguarda le caldaie a gas, la direttiva introduce due elementi fondamentali:

  • Fine degli incentivi per le caldaie a gas dal 2025
    Questo punto è già stato recepito dall’Italia con la Legge di Bilancio 2025 ed è in vigore da gennaio 2025.

  • Stop all’installazione delle caldaie a gas dal 2040
    Si tratta di un obiettivo di lungo periodo, inserito in una strategia più ampia per la decarbonizzazione del riscaldamento. Non è quindi un divieto immediato, ma un traguardo da raggiungere attraverso piani nazionali graduali con tappe intermedie al 2030 e al 2040.

È importante sottolineare che il phase-out al 2040 riguarda l’immissione sul mercato di nuove caldaie, non l’uso di quelle già installate.

Una transizione graduale e supportata

La Commissione Europea sta lavorando anche a misure di accompagnamento per cittadini e imprese, tra cui:

  • strumenti finanziari agevolati;

  • programmi di sostegno per le famiglie più vulnerabili;

  • iniziative di formazione per installatori e professionisti del settore.

La logica è favorire una transizione ordinata verso sistemi a basse o zero emissioni, evitando impatti economici e sociali eccessivi.

Il recepimento in Italia

Tutti gli stati membri dovranno recepire la direttiva Case Green tramite un decreto nazionale.
L’Italia è obbligata a recepire la direttiva entro il 2026, definendo modalità operative, scadenze e strumenti di supporto specifici per il proprio contesto edilizio. La direttiva stabilisce inoltre che gli Stati membri devono elaborare piani dettagliati per l'eliminazione graduale dell'uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento.

Caldaie a gas: lo stop alla vendita dal 2040

Come già evidenziato, la Direttiva Case Green introduce un divieto totale di vendita e installazione di nuove caldaie alimentate a combustibili fossili a partire dal 2040. Il divieto riguarda sia gli impianti destinati alle nuove costruzioni, sia le sostituzioni negli edifici esistenti.

Si tratta tuttavia di un provvedimento formulato con un approccio graduale e flessibile: il 2040 rappresenta un obiettivo programmatico, non accompagnato da sanzioni immediate, pensato per permettere una transizione ordinata verso tecnologie più sostenibili e per evitare bruschi impatti economici.

Un punto fondamentale da chiarire è che questo limite riguarda esclusivamente gli apparecchi nuovi.
Chi possiede già una caldaia a gas o a gasolio potrà continuare a utilizzarla senza restrizioni, così come sarà possibile effettuare le normali operazioni di manutenzione e riparazione in caso di guasto.

Bonus caldaie a gas 2025: quali incentivi restano e quali scompaiono

Come già accennato, la Legge di Bilancio 2025 ha recepito le indicazioni della Direttiva Case Green introducendo lo stop agli incentivi per le caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili.
Dal 1° gennaio 2025, infatti, non sono più disponibili agevolazioni fiscali per l’acquisto e l’installazione di caldaie a metano, GPL o gasolio nella loro configurazione tradizionale “stand alone”.

Questo comporta la cancellazione dei principali bonus finora utilizzati per questi apparecchi, tra cui:

  • Bonus Ristrutturazioni 50% (Bonus Casa)

  • Ecobonus 65%, dedicato agli interventi di efficientamento energetico


Quali tecnologie continuano a essere incentivate

Pur eliminando gli incentivi per le caldaie a combustibile fossile tradizionali, il governo mantiene agevolazioni per soluzioni che favoriscono la transizione energetica. Rimangono infatti attivi i bonus per:

  • Sistemi ibridi caldaia–pompa di calore, che nel funzionamento sfruttano per il 70–80% energia rinnovabile grazie alla componente in pompa di calore.

  • Pompe di calore elettriche, considerate tecnologie a emissioni ridotte e tra le più strategiche per la decarbonizzazione del riscaldamento.

  • Impianti solari termici e fotovoltaici (quest’ultimo solo nell’ambito del Bonus Casa).

  • Caldaie a biomassa, coerenti con l’obiettivo europeo di ridurre l’impatto emissivo negli edifici.

Il nodo dei combustibili rinnovabili

La direttiva europea introduce lo stop ai bonus solo per le caldaie alimentate “esclusivamente” da combustibili fossili (stand-alone fossil fuel boilers).
In linea teorica, questo lascia aperta la possibilità di incentivare generatori che utilizzino gas rinnovabili, come:

  • biometano
  • miscele con idrogeno

  • altri gas non fossili certificati come rinnovabili

La questione, tuttavia, richiede chiarimenti: spetterà al decreto di recepimento stabilire quali tecnologie potranno effettivamente accedere agli incentivi, e con quali requisiti di miscela o percentuali minime di gas rinnovabile.

Sistemi ibridi: conferma degli incentivi

Diverso il discorso per i sistemi ibridi, che restano pienamente incentivabili anche dopo il 2025.
La motivazione è tecnica: la direttiva considera queste soluzioni compatibili con gli obiettivi climatici perché:

  • utilizzano la pompa di calore come generatore principale,

  • riducono il fabbisogno di combustibili fossili fino all’80%,

  • rappresentano una tecnologia di transizione che favorisce l’elettrificazione del riscaldamento.


Quali alternative alle caldaie a gas? Le soluzioni per il futuro del riscaldamento

L’eliminazione graduale degli incentivi per le caldaie alimentate a combustibili fossili, unita all’evoluzione del nuovo regolamento Ecodesign, apre la strada a un cambiamento profondo nel modo in cui le abitazioni europee verranno riscaldate nei prossimi decenni.
Le alternative alle caldaie a gas, infatti, sono già disponibili e rappresentano un tassello fondamentale nel percorso verso la neutralità climatica e la progressiva riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili. Va inoltre sottolineato che il gas naturale e il GPL producono meno emissioni di CO2 e particolato rispetto ad altri combustibili fossili come carbone o gasolio.


Pompe di calore: la tecnologia chiave per la transizione

Tra le opzioni più rilevanti spiccano le pompe di calore, oggi considerate la soluzione più efficace e sostenibile. Possono essere installate in due configurazioni:

  • Pompe di calore full-electric, che utilizzano esclusivamente energia elettrica

  • Sistemi ibridi, che combinano una pompa di calore con una caldaia a condensazione

Questi sistemi sfruttano l’energia termica naturalmente presente in aria, acqua o suolo, garantendo:

  • una drastica riduzione del consumo di gas,

  • minori emissioni inquinanti,

  • elevato comfort e risparmio energetico.

Non a caso, le pompe di calore sono destinate a diventare il cuore delle abitazioni ad alta efficienza energetica previste dalla Direttiva Case Green.

Solare termico, fotovoltaico e biomassa: altre soluzioni per un riscaldamento sostenibile

Accanto alle pompe di calore, esistono altre tecnologie in grado di ridurre l’impatto ambientale dei sistemi di riscaldamento:

  • Pannelli solari termici, ideali per la produzione sostenibile di acqua calda sanitaria

  • Impianti fotovoltaici, che contribuiscono all’autoproduzione di energia elettrica (e possono alimentare anche pompe di calore)

  • Sistemi a biomassa, che impiegano combustibili rinnovabili come pellet o legna, riducendo la dipendenza dal gas naturale

Queste soluzioni possono essere integrate tra loro per aumentare l’efficienza complessiva dell’edificio.

Una spinta all’innovazione e alla sostenibilità

La Direttiva Case Green non si limita a introdurre un futuro stop alle caldaie a gas, ma stimola l’intero settore a innovare e diffondere tecnologie a basso impatto ambientale.
Il risultato sarà un parco edilizio più efficiente, più sostenibile e capace di affrontare le sfide energetiche e climatiche dei prossimi anni.

Caldaia a condensazione Vitodens 200 W con Vitocell 300-W

Perché installare oggi una caldaia a gas può essere ancora conveniente

Nonostante le prospettive di lungo periodo delineate dalla Direttiva Case Green, è importante ricordare che fino al 2040 mancano oltre 15 anni. Questo significa che l’acquisto di una caldaia a condensazione oggi può ancora essere un investimento economicamente sensato, soprattutto in presenza di un vecchio impianto poco efficiente. Le caldaie a gas, inoltre, continuano a funzionare anche in caso di interruzione della corrente, a differenza dei sistemi elettrici.

Le caldaie a condensazione offrono infatti:

  • consumi sensibilmente inferiori rispetto ai modelli tradizionali,

  • tempi di ammortamento brevi, grazie al risparmio energetico sulle bollette,

  • riduzione delle emissioni rispetto ai vecchi apparecchi alimentati a gas o gasolio.

Inoltre, recuperano calore dai fumi di scarico, offrendo maggiore efficienza energetica.

  • consumi sensibilmente inferiori rispetto ai modelli tradizionali,

  • tempi di ammortamento brevi, grazie al risparmio energetico sulle bollette,

  • riduzione delle emissioni rispetto ai vecchi apparecchi alimentati a gas o gasolio.

Per chi deve sostituire una caldaia ormai obsoleta o energivora, la scelta di una nuova caldaia a condensazione può rappresentare ancora oggi una soluzione vantaggiosa e sostenibile, almeno nel breve e medio termine. Queste caldaie sono compatibili con la maggior parte degli impianti esistenti, rendendo l'installazione più semplice e meno costosa.